Se dovessimo fare un rapido bilancio delle novità musicali del 2023 potremmo ritenerci più che soddisfatti. Sono stati accontentati tutti i capricci di un pubblico sempre più vasto e trasversale, che grazie alle piattaforme ha a disposizione tutto – o quasi – il patrimonio musicale mondiale. 

Il ritorno a sorpresa di Calcutta con il suo Relax dopo anni di latitanza. Le Infinite possibilità per esseri finiti di Giovanni Truppi – disco della “maturità” per l’artista napoletano, romano d’adozione e di suono, che collabora all’innocuo Infinito+1 di Fulminacci. Quindi il raffinatissimo Andrea Laszlo De Simone che scopre la Francia con il film Le Règne Animal di Thomas Cailley, di cui firma la colonna sonora. Così come il duo ColapesceDimartino, che dopo il film/album corale La primavera della mia vita si riconfermano tra i migliori autori sulla piazza con Lux Eterna Beach, un disco dal sound cristallino che nonostante l’originalità non ha faticato affatto in radio e nello streaming. Per non parlare poi dei redivivi Baustelle con il monumentale Elvis, e dell’impeccabile “neo-glamour” Lucio Corsi con La Gente che Sogna

Se poi escludiamo i joint album dei vari Rkomi-Irama, Rondodasosa-Artie 5ive, Coez-FrahQuintale, Noyz-Salmo (l’ultimo dà un colpo di coda a dicembre col singolo A te e famiglia) che preparano il terreno al ritorno annunciato dei Club Dogo e quello paventato dei Co’Sang, ci rimangono Geolier e Sfera Ebbasta che provano a farci dimenticare Cenere di Lazza – fallendo miseramente contro Anna Pepe (la vera novità della scena rap italiana) e la coppia Elodie-Annalisa.

Ma la scoperta più consistente che noi onniuditìvi abbiamo fatto quest’anno, con buona pace delle classifiche, è SPIRA, il sorprendente album d’esordio di Daniela Pes. La semisconosciuta cantante jazz gallurese – sì, laureata al conservatorio di Sassari, borsa di studio al Nuoro Jazz diretto da Paolo Fresu, si esibisce al Time in Jazz e all’Harp Festival di Rio de Janeiro – era uscita allo scoperto al Musicultura del 2018 con Ca milla dia dì, una poesia d’amore di un prete sardo del ‘700. Un’esibizione dove sembra una Zaz geniale: polistrumentista, voce incredibile, capacità compositiva e interpretativa. La rivediamo lo stesso anno con Li’ntenzioni, al Premio Parodi, dove annuncia un disco, un progetto che non vedrà mai la luce. Poi il silenzio durato cinque anni e la rivelazione il 23 marzo del 2023 con il singolo Carme.

Il mese successivo esce per Tanca Records SPIRA, disco prodotto da Iosonouncane. Ed è proprio grazie a questo stregone della musica d’autore sperimentale che il disco spicca il volo con la sua elettronica ruvida, i suoi arrangiamenti quasi orchestrali ma mai manieristici. E poi ci sono i testi, scritti in una lingua sconosciuta che ricorda il sardo ma anche il vonlenska, la lingua degli angeli dei Sigur Rós. Fonemi misteriosi che si offrono liberi all’interpretazione di chi ascolta. 

Un flusso sonoro che ora disegna paesaggi ora racconta storie antichissime. SPIRA è fatto di una musica che viene dalle viscere della terra, dalla profondità del mare. È lirico e tetro, epico e moderno. È un vulcano marino in eruzione.

– Paolo Colucci

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